La stele degli Anni
piccolo tesoro disperso e ritrovato
La stele, che da sabato fa bella mostra di sé nella sala dove si concentrano molti importanti ritrovamenti dell’antica Patavium, ha alle spalle una storia avventurosa.
Se ne conosceva l’esistenza attraverso la tradizione scritta, dall'opera di Bernardino Scardeone ad altri scritti, che la dicevano collocata presso il Convento dei Frati Eremitani dal 1559. Ma da allora se ne erano perse le tracce, nessuno l’aveva mai vista. Finché... venne fatta una incredibile scoperta.
L'11 marzo del 1944 Padova subì un pesante bombardamento e una bomba incendiaria colpì la chiesa degli Eremitani, lesionandola gravemente. Per evitate ulteriori danni e perdite la Soprintendenza fece raccogliere tutti i frammenti degli affreschi che sarebbero stati ricomposti alla fine della guerra. I materiali lapidei vennero anch'essi recuperati e posti in un deposito, dove vi rimasero per settant'anni.
Alla fine del 2017, nel corso del riordino di un deposito, è venuto alla luce un frammento con la scritta “annio”. Si trattava di un reperto di epoca romana della fine del primo inizio del secondo secolo; in seguito altri tre frammenti sono stati rintracciati e poiché, come si diceva, l'iscrizione della stele perduta è nota dalla tradizione scritta, la si è potuta finalmente riconoscere dopo secoli che si pensava dispersa.
La stele è stata sottoposta ad attento studio, ad accurata pulitura e ricomposizione con reintegrazione delle parti mancanti.
L'iscrizione ci racconta che questa lapide venne fatta da una donna di nome Tauria, per il proprio marito e probabilmente per il figlio e questa non era una cosa usuale in epoca romana. Gli studiosi ritengono pertanto che questa donna patavina fosse di condizione agiata e avesse un certo peso e una certa influenza nella società dell'epoca, dove la condizione normale della figura femminile era in secondo piano rispetto all'uomo.
Il lavoro di restauro è stato reso possibile grazie alla generosità della Banca Annia, protagonista dell’evento così come tutti gli studiosi che, a vario titolo, hanno avuto un ruolo nell’impresa. Ecco quindi che un altro piccolo tesoro nascosto è tornato alla luce, offrendo agli studiosi nuove problematiche con cui confrontarsi e al pubblico una nuova occasione di conoscenza.