Il bambino e il gladiatore:

un unicum dalla necropoli meridionale della città

Nelle sale romane del Museo Archeolgico si conserva un piccolo tesoro emerso dal sottosuolo della città. Si tratta del corredo funerario di una sepoltura infantile, comprendente un giocattolo smontabile.

Il Bambino e il Gladiatore: il contesto di ritrovamento
Nella zona meridionale dell’antica Patavium era situata una delle grandi necropoli della città, i cui limiti non sono ancora oggi del tutto noti.
Nel corso di un’indagine archeologica realizzata nel 2012 dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto in corrispondenza dei civici 141-143 di corso Vittorio Emanuele è stato rinvenuto un nucleo di 32 tombe, tra le quali è stata subito notata per la sua singolarità la sepoltura di un bambino, un immaturus, denominata tomba 19.

La sepoltura e il suo corredo
La tomba 19, a inumazione, era in realtà sovrapposta a una sepoltura precedente, distrutta probabilmente in modo non intenzionale per permettere la deposizione del bambino. Tutti i suoi resti erano però stati recuperati e rideposti nella nuova tomba.
Il bambino, morto a circa 3 anni, era stato avvolto in un sudario e collocato in una cassa di legno, della quale si sono conservati numerosi chiodi di ferro. La testa doveva in origine essere appoggiata su un cuscino in materiale deperibile.
Il corredo era costituito da 14 oggetti, alcuni dotati di valenza simbolica, altri funzionali alla ritualità funeraria. Erano probabilmente tutti collocati all’esterno della cassa, al di sopra o intorno a essa, con la sola eccezione di una moneta trovata nei pressi dei piedi del defunto.
La sepoltura è databile ai decenni centrali del II secolo d.C.

Il gladiatore
L’eccezionalità della sepoltura è rappresentata dalla presenza, tra gli oggetti del corredo, di una statuetta fittile raffigurante un gladiatore. Si tratta di un manufatto componibile: l’elmo crestato è infatti modellato a parte. La mano destra impugnava il gladius, la spada, come si evince dal foro. La mano sinistra impugnava uno scudo umbonato. Tracce di policromia – rosso, verde e bianco – lasciano pensare che il piccolo gladiatore fosse tutto colorato.

I possibili significati
La statuetta del gladiatore rinvia ad aspetti di vita quotidiana: i ludi gladiatores, in una città come Padova dotata di un imponente anfiteatro, erano di certo una pratica abituale. I combattimenti tra gladiatori erano molto apprezzati nel mondo romano e possono per molti aspetti essere paragonati alle nostre partite di calcio. I gladiatori più abili divenivano popolari come delle vere e proprie star.
Forse, per il piccolo defunto, la statuetta rappresentava proprio questo: il suo gladiatore preferito. Un giocattolo particolare, dunque, passatempo di momenti felici, poi deposto nella tomba per accompagnare e proteggere il piccolo nel suo viaggio oltremondano.

 

Condividi su:

youreporter